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Figura7 – Schema della fusione DT e del possibile reattore a fusione di potenza
Il 9 novembre 1991 (una quarantina d’anni dopo la bomba H ) al “Joint European Torus” di Culham
in Gran Bretagna, per la prima volta in un tempo pari ad appena 1,8 secondi si è avuta la produzione
di 2MW (2 Megawatt) per fusione DT (reazione (2)) controllata nel plasma. Tra le particelle
prodotte dalla (2) quelle cariche (ioni He+ = particelle α) restano imbottigliate nel plasma e lo
mantengono caldo, mentre i neutroni molto veloci (14,1 MeV) escono dal plasma attraversano la
parete della fornace termonucleare) ed entrano nel mantello che la circonda (“blanket”) dove
vengono rallentati (ed anche moltiplicati con processo Be(n,2n)) per facilitarne la cattura (3) da
parte del Li6.
Tutta l’energia depositata nel blanket viene portata via da un termovettore che alimenta il
generatore di vapore per la produzione di energia.
Allo stesso tempo tutto il trizio generato (in forma di gas DT) viene portato via il più rapidamente
possibile da una corrente di gas inerte contenente deuterio (He additivato con D2). Si valuta che in
un giorno tutto il trizio generato deve essere rimosso per essere utilizzato il giorno successivo nella
fornace termonucleare (un “self breeding” molto più elevato e veloce di quello visto per i reattori
veloci). Realizzare tutto questo è un compito difficile, e molto costoso. La comunità europea,
tramite l’EURATOM, è all’avanguardia in questo settore in cui è in atto un programma che
coinvolge tutti i paesi del mondo per dimostrare la “fattibilità” di un reattore di potenza.
A Cadarache (Francia, proprio dove ho lavorato per più di un anno per i reattori veloci) stanno
costruendo l’“International Thermonuclear Experimental Reactor” (ITER) che dovrebbe iniziare a
funzionare a partire dal 2030. Chi sa quanti altri anni ci vorranno “dimostrarne” la capacità di
produzione di energia in rete con un reattore dimostrativo.
8 – Il Litio, il Trizio, i ceramici triziogeni
Frascati è il centro di eccellenza dell’ENEA, ha un contratto amministrativo speciale con
EURATOM da cui trae finanziamenti. Questo prestigio e l’alta qualità di risultati dipende dalle
ottime competenze dei ricercatori e dei tecnici, dalla qualità dei programmi adeguatamente
finanziati ed anche dalla costanza nel tempo dell’obiettivo da raggiungere. Questa è così ardua e
lontana da rendere indispensabile una collaborazione internazionale ampia e qualificata come non si
era mai vista al mondo. Il grosso delle competenze necessarie prima degli anni 80 erano limitate
alla fisica ed ingegneria. Solo quando fu presa la decisione di cominciare ad immaginare un
progetto di reattore capace di fornire energia rigenerando il trizio si aprì un mondo anche per la
ricerca chimica. Questa necessità indusse il professor Brunelli a creare un supporto di chimica dei
materiali per il suo progetto. Venne a cercarlo in Casaccia divulgando le opportunità di ricerca che
potevano essere finanziate, esaminando anche i laboratori, le attrezzature e le capacità del nostro